Libertà,
Uguaglianza, Fratellanza.
Questa triade viene
fatta risalire nientemeno che al Conte di Cagliostro
(personaggio
discutibile e molto discusso)
e alla sua Massoneria
di Rito
Egiziano :
Liberté,
Egalité, Fraternité.
Erano gli anni che
precedevano la Rivoluzione Francese.
Questo spiega perché queste tre parolette siano diventate di
moda.
A quei tempi anche l’Egitto
era di gran moda
(come spiegare altrimenti l'introduzione di un Rito Egiziano ?),
era un mondo esotico e lontano.
(Solo con Napoleone,
la Stele di Rosetta, Champollion, gli europei si resero conto che
l’Egitto
era vicino). Ma questa, come diceva il Fratello Kipling, è un’altra
storia.
Da allora le Logge
francesi, pur non ammettendo più (per fortuna) il Rito Egiziano,
ma solo quello
Scozzese, si sono impadronite del trittico, dello slogan fortunato.
Queste tre parolette
campeggiano orgogliosamente su tutti i nostri Templi,
specialmente su quelli del G.O.I.
Qualcuno ne fa
addirittura una bandiera, superiore al rituale, superiore ai
giuramenti.
Con tutto il rispetto
dovuto a Cagliostro, è proprio in questo slogan, preso
acriticamente,
che sta la radice delle lotte sociali degli ultimi due secoli.
La Fratellanza,
guarda caso, è all’ultimo posto. Per questo ne parliamo per
prima.
Caino e Abele erano fratelli.
Romolo e Remo anche.
Se due civiltà così
diverse, nate in epoche diverse sotto cieli diversi,
si sono scelte come capostipiti due fratricidi, vorrà pur
dire qualcosa.
Forse è per questo
che quando sento la parola "Fratello",
sento contemporaneamente un brivido lungo la schiena.
O forse perché non
ho fratelli. Non lo so. Spero che qualcuno me lo spieghi.
Resta il fatto che io
non allargo mai per primo le braccia per accogliervi un Fratello.
Solo una volta mi è
capitato di farlo spontaneamente per accogliervi un fratello
spirituale,
un ex pastore
albanese, in Kosovo, che un quarto d’ora prima non avevo mai
visto.
Ma questa è tutta un’altra storia.
Restano la Libertà e
l’ Uguaglianza, Liberté,
Egalité.
È ora di dire,
forte e ad alta voce, che Libertà ed Uguaglianza sono tra
loro incompatibili.
Il massimo di
Uguaglianza coincide col minimo di Libertà
(la Russia di Stalin, la Cina di Mao, quando tutti erano vestiti
uguali ma libertà zero).
Il massimo di
Libertà coincide col minimo di Uguaglianza (l’America di ieri e
di oggi).
Tutta la Storia sta a dimostrarlo.
Chi stava con la Russia era contro l’America e viceversa.
Per sopravvivere, gli
uomini hanno dovuto escogitare sistemi politici che scelgono
una certa quantità di Libertà con una certa quantità
di Uguaglianza.
In altre parole,
Libertà ed Uguaglianza sono
due polarità opposte che devono trovare tra loro un certo
equilibrio.
Non è certo facile e non esiste perciò una sola soluzione.
La Tolleranza è ciò che ci permette di accogliere
soluzioni diverse.
Prendiamo (perché
più vicino a noi) il voto di Mirafiori :
Marchionne rappresentava un ideale di Libertà, intesa come
libertà dai sindacati,
dalle loro pastoie, dalle loro chiacchiere insulse e per lo più
inutili;
la FIOM cercava di
difendere i brandelli di Uguaglianza, strappati in lunghi anni di
lotte.
Chi aveva ragione e chi aveva torto ?
Nessuno aveva tutte le ragioni e nessuno aveva tutti i torti.
Che sia finita come
è finita, non significa assolutamente nulla, almeno per noi
massoni.
Forse vale la pena di
ripeterlo:
Libertà e Uguaglianza sono incompatibili.
Federico
Tenti
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